I processi di trasformazione organizzativa in atto nelle imprese si muovono all’interno di un quadro tutt’altro che omogeneo. Esistono trend evolutivi più diffusi ma lo scenario è ancora molto frammentato. Questa disomogeneità si riflette, nella letteratura dello sviluppo organizzativo, in una molteplicità di “slogan” (holacracy, organizzazioni frattali etc.) volti a suggerire possibili trasformazioni dei modelli organizzativi e operativi di riferimento. La ragione di queste risposte altamente frammentate affonda probabilmente le radici nel declino, in apparenza definitivo, sia delle pratiche manageriali tradizionali sia delle teorie organizzative più consolidate. Quando si osserva la crisi di un paradigma, la corsa per sostituirlo non sempre si sviluppa in modo ordinato e lineare.

Il “mismatch” tra le aumentate pressioni esterne e interne (incertezze di mercato, trasformazione digitale, dinamicità dei settori, new way of working, etc.) e le risposte statiche che le imprese sono riuscite a fornire negli ultimi decenni testimonia non soltanto la parziale inadeguatezza dei modelli organizzativi tradizionali ma anche la difficoltà di identificare un nuovo modello vincente, in grado di rispondere univocamente alle diverse sfide che lo sollecitano.

Per sviluppare da parte delle imprese la capacità di adattamento alle mutazioni del contesto una delle opzioni è quella di implementare degli strumenti di progettazione organizzativa volti a ridurre la distanza tra sfide adattive e performance dell’organizzazione.

Il concetto di adattività si riferisce alla capacità di crescere, svilupparsi, evolvere e rispondere rapidamente ai cambiamenti, più o meno repentini, dell’ecosistema di cui un’organizzazione fa parte. Per sviluppare concretamente la propria capacità adattiva, le aziende devono guardare ad alcune caratteristiche che abbiamo racchiuso in un framework di riferimento, riassunto per comodità e immediatezza nell’acronimo OASIS. Ogni singola caratteristica indirizza il funzionamento in chiave adattiva delle due dimensioni portanti delle aziende: organizzazione e persone.

Di seguito, partendo dal manifesto delle organizzazioni adattive proviamo a percorrere le caratteristiche del framework OASIS.

  • Open vs Closed and Siloed
  • Autonomous vs Top down Directed
  • Symbiotic vs Predatory
  • Intelligent vs Sly
  • Sustainable vs Exploitative

 

  • OPEN: capacità di interconnettersi e diventare parte di un network dinamico e collaborativo
  • AUTONOMOUS: capacità di selezionare e osservare routine umane e operative a cui ispirarsi per la costruzione di strutture e modelli organizzativi virtuosi
  • SYMBIOTIC: capacità di creare relazioni organizzative umanamente vantaggiose nel lungo termine e way of working in grado di valorizzare la centralità delle persone
  • INTELLIGENT: capacità di trarre valore dall’intelligenza dei singoli individui e dalla collaborazione e apprendimento collettivo, anche attraverso le possibilità offerte dall’intelligenza artificiale.
  • SUSTAINABLE: capacità di mantenere l’equilibrio tra grado di strutturazione necessario a garantire l’efficienza operativa e grado di libertà e ridondanza necessario per adattarsi alle nuove opportunità e alle sfide emergenti

 

Il framework OASIS rappresenta un catalizzatore per le aspirazioni adattive, incoraggiando le organizzazioni ad essere aperte alla interconnessione e al mantenimento di un network aperto, autonome nella loro capacità di apprendimento e riutilizzo della conoscenza, simbiotiche per l’integrazione tra fattori umani e artificiali, intelligenti nell’utilizzo di intelligenza individuale, collettiva e artificiale, e sostenibili nel bilanciamento del grado di ordine e libertà.

 

Il seguente articolo si è ispirato al libro di: S.Serra, M.Manini, M. Mistretta, Organizzazione Adattiva. Il modello evolutivo delle organizzazioni agili e sostenibili, Milano, Franco Angeli, 2024

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