Le incertezze del periodo storico che stiamo vivendo influenzano non solo le persone, ma anche il modo in cui le organizzazioni rispondono. Affrontare queste incertezze richiede flessibilità, resilienza e capacità di adattamento da parte delle organizzazioni e dei loro leader, insieme a un supporto adeguato per i dipendenti per gestire i cambiamenti che si vivono ogni giorno.

Il risvolto di questa situazione è che il tema del benessere nel rapporto con il lavoro è molto più discusso e riconosciuto rispetto a qualche anno fa.

La diffusione progressiva della consapevolezza dell’importanza del benessere organizzativo è un processo con una lunga storia, caratterizzata dalle tante svolte del mondo del lavoro nel corso del tempo. Certamente tra i precursori del benessere può essere annoverata la Scuola delle Relazioni Umane di Mayo e l’approccio dei sistemi socio-tecnici che he ha fatto una sintesi resa famosa da casi come quello di Olivetti.  L’importanza di creare ambienti di lavoro in grado di gratificare le persone, sia per la sicurezza, sia per la qualità delle relazioni sociali e con i propri capi è stata dimostrata da numerose ricerche condotte in quegli anni negli stabilimenti. Questa attenzione ha dato il via allo sviluppo sempre più attento di temi come l’ergonomia e la medicina del lavoro ha assunto un ruolo meno marginale.

L’evoluzione del contesto (economico e sociale) e dei luoghi più significativi del mondo del lavoro (dalle fabbriche agli uffici) negli anni ’80 e ’90, ha fatto emergere concetti come il lavoro flessibile, la conciliazione tra lavoro e vita privata e la cultura aziendale. Il leit motiv è rimasto una sorta di business case, ovvero la convinzione e in alcuni casi i risultati della ricerca che dimostravano un rapporto tra benessere dei dipendenti e successo organizzativo.

Sebbene il lavoro sia una componente essenziale della nostra identità ed un valore importante della tenuta della società, l’evoluzione sempre più rapida delle tecnologie e delle dinamiche competitive ha fatto emergere l’altra faccia della medaglia, ovvero lo stress nel lavoro, le problematiche di salute mentale e burnout, le malattie croniche. Dopo una fase iniziale di resistenza ben presto le organizzazioni hanno realizzato che era importante affrontare queste nuove sfide e dimostrarsi pronte a supportare i propri dipendenti anche in modo diretto. Se a questo si aggiunge il problema sempre più diffuso della perdita di valore di acquisto che ha caratterizzato in particolare l’Italia, si comprende bene come il nuovo millennio sia stato caratterizzato da una crescente attenzione agli investimenti in welfare e in programmi di benessere aziendale, politiche di supporto ai dipendenti e iniziative per promuovere un’ambiente lavorativo sano e positivo.

Diversi studi hanno dimostrato che le organizzazioni che investono nel benessere dei dipendenti ottengono miglioramenti significativi nella produttività, nella retention del personale e nei risultati economico-finanziari. Altre ricerche si concentrano su come le politiche aziendali, come flessibilità lavorativa, supporto sociale e cultura organizzativa, possano influenzare il benessere complessivo dei dipendenti.

Un approccio innovativo è considerare l’organizzazione come promotrice attiva di benessere verso i suoi dipendenti e la sua comunità, passando dal curare episodi di stress e burnout al prevenire tramite una visione più olistica cosa vuol dire benessere e salute mentale in azienda. È un modo radicalmente diverso di vedere le cose. Invece che osservare, reprimere o gestire le conseguenze delle organizzazioni tossiche, ovvero caratterizzate da esternalità negative sulla salute delle persone, sia fisica sia mentale ed emotiva, si devono progettare organizzazioni salubri, le healthy organization che promuovono lo stare bene nei loro meccanismi di funzionamento, nella gestione dei tempi, nei processi, nei modelli di leadership, nelle regole, nelle dinamiche sociali.

Una healthy organization è un’organizzazione che promuove attivamente il benessere dei suoi dipendenti attraverso politiche, pratiche e cultura aziendale. Questo approccio integra il benessere fisico, mentale, emotivo e sociale delle persone, riconoscendo che il loro benessere influenza direttamente la produttività, la soddisfazione lavorativa e la performance aziendale complessiva. Le healthy organization possono implementare programmi di benessere aziendale, offrire supporto per il bilanciamento vita-lavoro, promuovere un ambiente di lavoro positivo e fornire risorse per la gestione dello stress e il miglioramento della salute, ma soprattutto progettano il lavoro e le sue caratteristiche con una visione olistica del benessere di ogni persona.

OrgTech nel 2021, in collaborazione con Nicola Argenziano, ha realizzato e si è fatta promotrice dell’Healthy Organization Manifesto, in cui viene descritto un modello di organizzazione che promuove il benessere dei dipendenti. Si passa così ad una concezione di benessere olistico in cui le attività principali di business promuovono la salute psicofisica delle persone.

Il manifesto della Healthy Organization si indirizza a tutti coloro che sono disposti a creare organizzazioni accountable, purposeful, balanced, impactful, safe. In particolare:

  • Be accountable: Essere accountable implica una scelta libera e consapevole di responsabilità individuale al servizio della comunità. L’organizzazione facilita questo attraverso:
    • Competenze per decisioni centrate sugli obiettivi comuni, anche in situazioni incerte.
    • Libertà di riconoscere e agire responsabilmente nel proprio ruolo.
    • Capacità di ascolto e risposte adeguate ai bisogni individuali.
    • Supporto nella presa di decisioni complesse e orientate agli obiettivi.
    • Creazione di un contesto di riconoscimento e affidabilità.
  • Be purposeful: Essere purposeful significa agire in conformità con i valori aziendali. L’organizzazione lo facilita:
    • Avviando dialoghi sul purpose e intervenendo contro comportamenti incoerenti.
    • Condividendo il valore delle scelte e chiarendo i ruoli e processi.
    • Valorizzando l’etica in modo integrale.
  • Be balanced: Essere balanced si riferisce al rispetto dell’integrità e delle esigenze personali, promosso attraverso:
    • Equilibrio tra vita lavorativa e privata e tempi di recupero psicofisico.
    • Misurazione della performance basata sulla qualità del lavoro, non sul tempo.
    • Promozione della diversità generazionale, di genere e culturale.
    • Inclusione delle diversità per la crescita aziendale.
    • Garanzia di salute psico-fisica tramite strumenti di welfare.
  • Be impactful: Essere impactful significa consapevolezza del proprio ruolo in un ecosistema delicato, promosso attraverso:
    • Riduzione e compensazione dell’impatto ambientale.
    • Opportunità offerte alla comunità.
    • Valorizzazione dell’esperienza lavorativa nel contesto sociale.
    • Azioni come buon cittadino comunitario.
  • Be safe: Essere safe comporta l’impegno per un ambiente sicuro, promosso attraverso:
    • Comprensione delle ricadute psicofisiche del lavoro.
    • Pratiche avanzate di sicurezza e salute sul lavoro.
    • Monitoraggio attivo di salute e benessere.
    • Strumentazione e sistemi avanzati di protezione dal rischio.

Tramite questi cinque pilastri – accountability, purpose, balance, impact, safety – le Healthy Organization si posizionano ottimamente nel contesto del lavoro del futuro dove l’attività di business, il purpose, il benessere delle persone e l’impatto dell’azienda fanno parte del DNA dell’organizzazione.

Per approfondire l’Healthy Organization Manifesto, vi invitiamo a leggere l’articolo sul nostro sito.

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